mercoledì 2 ottobre 2019

Fichte


La caratteristica della personalità di Fichte è costituta dalla forza con cui egli sentì l’esigenza dell’azione morale
Nella seconda fase, all’esigenza dell’azione morale si sostituisce quella della fede religiosa
Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito; Fichte vuole costruire una filosofia dell’infinito.
L’influenza Kantiana si può scorgere solo nel primo periodo della sua attività letteraria.
L’infinità dell’io - Kant aveva riconosciuto nell ‘’io penso’’ il principio supremo di tutta la conoscenza.
Ma l’io penso è un atto di autodeterminazione esistenziale, che suppone già data l’esistenza
Fichte è il filosofo dell infinità dell’io, della sua assoluta attività e spontaneità (libertà)
La deduzione di Fichte è una deduzione ‘’assoluta’’ o metafisica perché deve far derivare dall’Io sia il soggetto sia l’oggetto del conoscere
La deduzione di Fichte mette capo a un principio assoluto che, pone o crea il soggetto e l’oggetto fenomenici in virtù di un’attività creatrice, cioè di un’ intuizione intellettuale.



Tre principi:
1.    L’io pone se stesso: il concetto di io si identifica con quello di attività autocreatrice e Infinita.
L’io è nello stesso tempo attività agente e il prodotto dell’azione stessa (tathandlung);
2.    L’io pone un non-io: l’io non solo pone se stesso ma oppone anche a se stesso qualcosa, che in quanto opposto è non-io (tale non-io, però, è posto comunque dall’io ed è quindi nell’io)
3.    L’io oppone, nell’io, all’io divisibile un non-io divisibile: l’io avendo posto il non-io si trova ad essere limitato ad esso, ovvero ad esistere sotto forma di un io divisibile, avente di fronte a sé altrettanti oggetti divisibili.

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