giovedì 3 ottobre 2019

Schelling


Fichte e Schelling sono gli autori dell'idealismo tedesco, quello di Schelling è un idealismo estetico. L'insoddisfazione per le tesi di Fichte, segna il punto di partenza della sua filosofia.
A differenza di Fichte, Schelling è un appassionato ammiratore della natura.
Il pensiero di Shelling si definisce oggettivo per l’importanza attribuita all’oggetto ossia la natura. Il suo pensiero è anche misticistico in qualto l'Assoluto non si può cogliere con la ragione ma solo intuire esteticamente ( attraverso l’arte )  NATURA E SPIRITO NON sono due realtà opposte come avviene per l’io e il non-io fichtiano,ma rappresenta un unico PRINCIPIO ASSOLUTO che si manifesta prima come natura e poi come spirito.
Questo principio è chiamato ASSOLUTO perché non ha bisogno di niente per esistere ed è detto anche INDIFFERENTE in quanto può essere natura e spirito. La natura inconscia non è passiva ma è un insieme si forze che tendono ad attuare dei fini immanenti nella natura stessa,quindi per Schelling la natura è inesauribile. I fini della natura sono immanenti perché altrimenti essa verrebbe a dipendere da qualche cosa trascendente e perderebbe la sua autonomia,attraverso questi fini la natura è teologica. Per attuare la sua attività, la natura ha bisogno di superare degli ostacoli che essa stessa crea. Le sue attività sono POSITIVE E NEGATIVE,PRODUTTIVA E ANTIPRODUTTIVA. Quella antiproduttiva è l’ostacolo che la natura crea e si oppone per esplicare la sua libera attività produttrice.

mercoledì 2 ottobre 2019

Fichte


La caratteristica della personalità di Fichte è costituta dalla forza con cui egli sentì l’esigenza dell’azione morale
Nella seconda fase, all’esigenza dell’azione morale si sostituisce quella della fede religiosa
Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito; Fichte vuole costruire una filosofia dell’infinito.
L’influenza Kantiana si può scorgere solo nel primo periodo della sua attività letteraria.
L’infinità dell’io - Kant aveva riconosciuto nell ‘’io penso’’ il principio supremo di tutta la conoscenza.
Ma l’io penso è un atto di autodeterminazione esistenziale, che suppone già data l’esistenza
Fichte è il filosofo dell infinità dell’io, della sua assoluta attività e spontaneità (libertà)
La deduzione di Fichte è una deduzione ‘’assoluta’’ o metafisica perché deve far derivare dall’Io sia il soggetto sia l’oggetto del conoscere
La deduzione di Fichte mette capo a un principio assoluto che, pone o crea il soggetto e l’oggetto fenomenici in virtù di un’attività creatrice, cioè di un’ intuizione intellettuale.



Tre principi:
1.    L’io pone se stesso: il concetto di io si identifica con quello di attività autocreatrice e Infinita.
L’io è nello stesso tempo attività agente e il prodotto dell’azione stessa (tathandlung);
2.    L’io pone un non-io: l’io non solo pone se stesso ma oppone anche a se stesso qualcosa, che in quanto opposto è non-io (tale non-io, però, è posto comunque dall’io ed è quindi nell’io)
3.    L’io oppone, nell’io, all’io divisibile un non-io divisibile: l’io avendo posto il non-io si trova ad essere limitato ad esso, ovvero ad esistere sotto forma di un io divisibile, avente di fronte a sé altrettanti oggetti divisibili.