martedì 3 dicembre 2019

Marx

L'ORIGINE DELLA PROSPETTIVA RIVOLUZIONARIA DI MARX

Nel periodo della sua formazione Marx prende progressivamente le distanze da Hegel, criticato per la sua visione astratta e per le riduzione del reale all'ideale, e da Feuerbach, pur riconoscendogli il merito di aver riportato la filosofia su un terreno concreto e di aver spostato l'attenzione sull'uomo e i suoi aspetti naturali. Negli stessi anni Marx si allontana anche da Proudhon e dal socialismo francese, a cui attribuisce una posizione borghese e utopica. A tali dottrine egli oppone il programma esposto nel "Manifesto del partito comunista", redatto con Engels, in cui auspica l'unione di tutti i proletari per abbattere il dominio della borghesia e fondare una nuova società senza classi.

L'ALIENAZIONE E IL MATERIALISMO STORICO
Secondo Marx l'uomo risulta alienato a causa dello sfruttamento economico sistematico cui è sottoposto nella società capitalistica, che determina condizioni di vita estremamente drammatiche.
L'alienazione, dunque, è per lui fatto concreto, legato a un preciso siete di produzione, e si presenta in quattro forme diverse. Il lavoratore è alienato:

  1. nei confronti del prodotto del suo lavoro, che appartiene al capitalista;
  2. nei confronti della stessa attività che, come forza-lavoro, è venduta al capitalista al pari di qualsiasi merce;
  3. in relazione alla sua stessa essenza che, consistendo nell'attività lavorativa, nel sistema capitalistico risulta "espropriata", riducendo il lavoratore a una pura funzione "animale";
  4. nei confronti degli altri, in quanto l'unico rapporto sociale è quello di dipendenza dal capitalista.
La causa dell'alienazione è individuata da Marx nella divisione in classi della società e, soprattutto, nella proprietà privata dei mezzi di produzione
Quest'ultima è il male principale compreso nelle società improntate al liberalismo, il quale garantisce soltanto un'uguaglianza "formale" dei cittadini, mentre giustifica e appoggia la disuguaglianza di fatto all'interno della società civile. Per questo motivo, per il filosofo, le istituzioni borghesi devono essere abbattuteradicalmente.

Hegel

HEGEL E LA RAZIONALITÀ DEL REALE


Il pensiero di Heigel costituisce un punto di riferimento essenziale per la riflessione posteriore. Alla base del progetto e hegeliano c'è una nuova idea di ragione, in grado di cogliere l'unità oltre le differenze e la totalità nel superamento dell'unilateralità delle parti contrapposte. Compì i suoi primi studi universitari nel seminario protestante di Tubinga. Hegel rimase fedele per tutta la vita a due passioni giovanili, Kant e la Rivoluzione francese. Egli riteneva infatti che la Rivoluzione francese potesse essere vista non solo come modello di libertà, ma anche co ma anche di unità nazionaleL'educazione teologica che il giovane Hegel ricevette è rintracciabile in tanti aspetti del suo sistema filosofico e del complesso linguaggio che egli utilizza.

GLI SCRITTI GIOVANILI
Gli scritti teologici giovanili ci mostrano la matrice religiosa di molte categorie della filosofia di Hegel. In particolare, lo spirito del cristianesimo, il suo destino esalta il cristianesimo come la religione più compiuta in quanto rappresenta la riconciliazione tra Dio e il mondo, il sovrannaturale e la natura. Vi é un'aspirazione costante: la tensione verso l'interno e la totalità, il superamento della scissione. Per lui ciò che rende grande la religione cristiana è proprio l'amore, la forza che permette al fedele di riconciliarsi con Dio.

LA RICERCA DI UN METODO SCIENTIFICO PER LA FILOSOFIA
la preoccupazione principale dell'autore è di assicurare la filosofia un metodo scientifico e conferirle una forma rigorosa. La filosofia, egli sostiene, non deve soffermarsi sul fantastico, ma deve essere concreta, evidente, in grado di diventare un ben comuneNaturalmente Hegel non pretendeva di applicare il metodo matematico alla filosofia, ma intendeva conferire un ordine razionale. 

I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO. 
Sono tre i concetti che costituiscono i cardini di tutto il suo complesso sistema filosofico:
-   La convinzione della razionalità del reale
- l'idea che la verità coincide con l'intero, il "tutto" 
-  la concezione dialettica della realtà e del pensiero.
Il primo e fondamentale concetto dell'hegelismo è quello secondo cui ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale, il che significa che la realtà, coincide con la realizzazione ed il dispiegarsi progressivo di un principio razionale: lo spirito, definito anche idea o assoluto. La realtà coincide con la ragione, che ne costituisce la legge di sviluppo e l'essenza profonda; una concezione che segna la distanza tra Hegel e gli Illuministi. Per Hegel la filosofia non è un compito prescrittivo ma descrittivo, essa deve chiarificare ed esplicitare la legge razionale immanente nelle cose e negli eventi della storia.
La filosofia è sempre sapere che si volge a indagare una realtà già dispiegata; è coscienza di ciò che è stato ed è accaduto. In questo senso Hegel può affermare che "nessuna filosofia oltrepassa l'età tua". Il filosofo non può quindi spingersi oltre l'orizzonte della propria epoca.

LA DIALETTICA
Per Hegel lo sviluppo dell'idea segue una legge che il filosofo definisce "dialettica". La dialettica è regola interna della realtà e, nello stesso tempo, legge del pensiero. La dialettica si compone di tre momenti. 
Il primo è quello definito "intellettuale" o "astratto" e coincide con la "determinazione" delle cose. A questo livello la realtà appare costituita di oggetti separati e staticamente contrapposti gli uni agli altri.
Il secondo momento è quello propriamente "dialettico" o della "negazione" (antitesi): in esso ogni determinazione si scopre unilaterale e limitata, cogliendo il suo nesso inscindibile e necessario con la determinazione opposta. Organo di tale comprensione è il pensiero razionale, che riesce a chiarire la realtà nel suo interno dinamismo.
 Il terzo momento è quello "speculativo", che, al momento negativo dell'opposizione, sostituisce quello positivo della sintesi. Il movimento dialettico si capisce meglio se si tiene conto che il esso è reso in tedesco da Hegel con la parola Aufhebung, che significa al tempo stesso "superamento" e "conservazione": essa indica quel processo che nega e abolisce le determinazioni astratte e parziali, ma per conservarle ed elevarle. Gli studiosi hanno sottolineato la derivazione teologica della dialettica hegeliana, riconoscendone una possibile origine nella formazione religiosa del filosofo. Hegel secolarizzerebbe tali categorie, applicandole al divenire storico dell'Assoluto che, nella sua visione, assume caratteri del divino, inteso come il principio razionale immanente della realtà. Hegel afferma inoltre che l'essenza del sentimento amoroso consiste nel fatto che unifica gli esseri viventi.