sabato 21 marzo 2020

Kierkegaard

KIERKEGAARD

- origini danesi                                                
-pensatore profondamente cristiano

mondo:
• Immanente= uomo; errore/peccato  
• trascendente= dio; verità

→SINGOLO: UNICO E PARTICOLARE, LIBERO
la filosofia deve diventare meno astratta e più concreta, considerando il singolo.


filosofia paradossale→AUT AUT
                                               ↓
  •essere messi davanti a delle alternative, entrambi vere- inconciliabili tra loro
  • la verità ci invita a pensare alle mille possibilità che la vita presenta.
- vita è un insieme di alternative/possibilità e ognuna di esse ha una giustificazione.
SOLO GLI ESSERE UMANI POSSONO SCEGLIERE, ANCHE LA NON SCELTA è UNA POSSIBILITÀ. ( animali legati ancora alla necessità.)


1° paradosso: lui scrive per sentirsi vivo e trovare il suo posto nel mondo, ma più scrive più si perde.
2° paradosso: tutto quello che è fuori da noi, è anche in noi.

sono le scelte che facciamo a determinare la nostra storia:

3 VIE:
- vita estetica→ divertimento senza senso, attimo x attimo ( Don Giovanni)
- vita etica→ ripetere per sempre la stessa scelta, vuoto (padre di famiglia)
-strada di abramo→ dall'errore alla verità, la fede come rifugio, perché siamo limitati e impotenti.



→imparare a sentire le nostre emozioni ci aiuta a non perderci→ anche l'angoscia, paura...
ANGOSCIA= sentimento della possibilità o della paura di non poter uscire.

Schopenhauer

ARTHUR SCHOPENHAUER


- nato a Danzica nel 1788
- muore in Germania nel 1860 > polmonite
- viaggia molto
- pessimista
- 1818 opera più importante :

" IL MONDO COME VOLONTÀ' E RAPPRESENTAZIONE"

FENOMENO= CIO' CHE CI APPARE ( apparenza, sogno, illusione)
           ↓
accesso indiretto al mondo > noi lo percepiamo in modo diverso da quello che realmente è

IL VELO DI MAJA
 - CI FA VEDERE UN MONDO E IL MONDO
  • SPAZIO, TEMPO, CAUSE = VELO
                       ↓                      ↓
            forme a priori         assume forme diverse a seconda dell'ambito in cui opera:
                                                ↓
                                          necessità fisica, logica, matematica,morale

"TUTTO CIO' E' SEMPRE COME APPARE AI NOSTRI OCCHI, OSSIA E' SEMPRE LA MAJA, IL VELO DELL'INGANNO CHE NON TI MOSTRA LE COSE PER COME SONO."

  • PRINCIPIO DEL DIVENIRE: regola i rapporti tra gli oggetti naturali
  • PRINCIPIO DEL CONOSCERE: regola i rapporti fra le premesse e le conseguenze
  • PRINCIPIO DELL'ESSERE: regola i rapporti spazio-temporali e connessioni aritmetiche e geometriche
  • PRINCIPIO DELL'AGIRE: regola la formazione e la sua motivazione
SOGGETTO può conoscere solo la rappresentazione mentale dell'oggetto.
         ↳ anche noi facciamo parte del reale = corpo

NOI> VOLONTÀ, ESISTERE

- corpo è una manifestazione esteriore di una volta interiore.
> VOLONTÀ ASSOLUTA: incausata, esterna, unica, priva di scopo

•PENDOLO DI SCHOPENHAUER: " la vita oscilla tra noia e dolore, passando per fugaci momenti di gioia"

martedì 10 marzo 2020

Nietzsche

NIETZSCHE

- NATO NEL 1844
- MUORE NEL 1900
- PAZZO
- FILOLOGO > filosofia : scienza della parola

DISTRUTTORE DELLE CERTEZZE DEL PASSATO: NICHILISMO
  1. NASCITA DELLA TRAGEDIA:
  2. SUPERUOMO
  3. DIO E' MORTO
  4. PROSPETTIVISMO
  5. ESTERNO RITORNO
  •   2 MODELLI : APOLLINEO e  DIONISIACO
                                        FUGA              PARTECIPAZIONE
            VITA= ENERGIA CAOTICA
  fasi:
  1) GRECIA PRE-SOCRATICA: vivono separati
  2) TRAGEDIA ATTICA: equilibrio, si uniscono
  3) TRAGEDIA DI EURIPIDE E RAZIONALISMO SOCRATICO: prevale l'ordine Apollineo

  • SUPERUOMO= forte > debole               darwin = + adatto sopravvive
       - morale = forte= debole > tutti deboli
       MITO DELL'OLTREUOMO: genere umano nuovo
  • DIO È MORTO:  dio = bugia
         la FEDE in DIO sparisce, CRISTO diventa ANTICRISTO, cioè violenza assoluta e sopraffazione
  • PROSPETTIVISMO: ogni cosa è ciò che è in base alla prospettiva della quale la osserviamo. 
  •  tutto ciò esiste in base al punto di vista dell'osservatore.
- NICHILISMO PASSIVO = credere che non esistano realtà spirituali come DIO e VALORI TRADIZIONALI ( mondo non ha senso )
- NICHILISMO + ATTIVO= il mondo ha innumerevoli sensi, interpretazioni formulate da angoli prospettici diversi.
- ETERNO RITORNO: tutto si ripete all'infinito, ogni istante deve essere vissuto al massimo grado. 

martedì 3 dicembre 2019

Marx

L'ORIGINE DELLA PROSPETTIVA RIVOLUZIONARIA DI MARX

Nel periodo della sua formazione Marx prende progressivamente le distanze da Hegel, criticato per la sua visione astratta e per le riduzione del reale all'ideale, e da Feuerbach, pur riconoscendogli il merito di aver riportato la filosofia su un terreno concreto e di aver spostato l'attenzione sull'uomo e i suoi aspetti naturali. Negli stessi anni Marx si allontana anche da Proudhon e dal socialismo francese, a cui attribuisce una posizione borghese e utopica. A tali dottrine egli oppone il programma esposto nel "Manifesto del partito comunista", redatto con Engels, in cui auspica l'unione di tutti i proletari per abbattere il dominio della borghesia e fondare una nuova società senza classi.

L'ALIENAZIONE E IL MATERIALISMO STORICO
Secondo Marx l'uomo risulta alienato a causa dello sfruttamento economico sistematico cui è sottoposto nella società capitalistica, che determina condizioni di vita estremamente drammatiche.
L'alienazione, dunque, è per lui fatto concreto, legato a un preciso siete di produzione, e si presenta in quattro forme diverse. Il lavoratore è alienato:

  1. nei confronti del prodotto del suo lavoro, che appartiene al capitalista;
  2. nei confronti della stessa attività che, come forza-lavoro, è venduta al capitalista al pari di qualsiasi merce;
  3. in relazione alla sua stessa essenza che, consistendo nell'attività lavorativa, nel sistema capitalistico risulta "espropriata", riducendo il lavoratore a una pura funzione "animale";
  4. nei confronti degli altri, in quanto l'unico rapporto sociale è quello di dipendenza dal capitalista.
La causa dell'alienazione è individuata da Marx nella divisione in classi della società e, soprattutto, nella proprietà privata dei mezzi di produzione
Quest'ultima è il male principale compreso nelle società improntate al liberalismo, il quale garantisce soltanto un'uguaglianza "formale" dei cittadini, mentre giustifica e appoggia la disuguaglianza di fatto all'interno della società civile. Per questo motivo, per il filosofo, le istituzioni borghesi devono essere abbattuteradicalmente.

Hegel

HEGEL E LA RAZIONALITÀ DEL REALE


Il pensiero di Heigel costituisce un punto di riferimento essenziale per la riflessione posteriore. Alla base del progetto e hegeliano c'è una nuova idea di ragione, in grado di cogliere l'unità oltre le differenze e la totalità nel superamento dell'unilateralità delle parti contrapposte. Compì i suoi primi studi universitari nel seminario protestante di Tubinga. Hegel rimase fedele per tutta la vita a due passioni giovanili, Kant e la Rivoluzione francese. Egli riteneva infatti che la Rivoluzione francese potesse essere vista non solo come modello di libertà, ma anche co ma anche di unità nazionaleL'educazione teologica che il giovane Hegel ricevette è rintracciabile in tanti aspetti del suo sistema filosofico e del complesso linguaggio che egli utilizza.

GLI SCRITTI GIOVANILI
Gli scritti teologici giovanili ci mostrano la matrice religiosa di molte categorie della filosofia di Hegel. In particolare, lo spirito del cristianesimo, il suo destino esalta il cristianesimo come la religione più compiuta in quanto rappresenta la riconciliazione tra Dio e il mondo, il sovrannaturale e la natura. Vi é un'aspirazione costante: la tensione verso l'interno e la totalità, il superamento della scissione. Per lui ciò che rende grande la religione cristiana è proprio l'amore, la forza che permette al fedele di riconciliarsi con Dio.

LA RICERCA DI UN METODO SCIENTIFICO PER LA FILOSOFIA
la preoccupazione principale dell'autore è di assicurare la filosofia un metodo scientifico e conferirle una forma rigorosa. La filosofia, egli sostiene, non deve soffermarsi sul fantastico, ma deve essere concreta, evidente, in grado di diventare un ben comuneNaturalmente Hegel non pretendeva di applicare il metodo matematico alla filosofia, ma intendeva conferire un ordine razionale. 

I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO. 
Sono tre i concetti che costituiscono i cardini di tutto il suo complesso sistema filosofico:
-   La convinzione della razionalità del reale
- l'idea che la verità coincide con l'intero, il "tutto" 
-  la concezione dialettica della realtà e del pensiero.
Il primo e fondamentale concetto dell'hegelismo è quello secondo cui ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale, il che significa che la realtà, coincide con la realizzazione ed il dispiegarsi progressivo di un principio razionale: lo spirito, definito anche idea o assoluto. La realtà coincide con la ragione, che ne costituisce la legge di sviluppo e l'essenza profonda; una concezione che segna la distanza tra Hegel e gli Illuministi. Per Hegel la filosofia non è un compito prescrittivo ma descrittivo, essa deve chiarificare ed esplicitare la legge razionale immanente nelle cose e negli eventi della storia.
La filosofia è sempre sapere che si volge a indagare una realtà già dispiegata; è coscienza di ciò che è stato ed è accaduto. In questo senso Hegel può affermare che "nessuna filosofia oltrepassa l'età tua". Il filosofo non può quindi spingersi oltre l'orizzonte della propria epoca.

LA DIALETTICA
Per Hegel lo sviluppo dell'idea segue una legge che il filosofo definisce "dialettica". La dialettica è regola interna della realtà e, nello stesso tempo, legge del pensiero. La dialettica si compone di tre momenti. 
Il primo è quello definito "intellettuale" o "astratto" e coincide con la "determinazione" delle cose. A questo livello la realtà appare costituita di oggetti separati e staticamente contrapposti gli uni agli altri.
Il secondo momento è quello propriamente "dialettico" o della "negazione" (antitesi): in esso ogni determinazione si scopre unilaterale e limitata, cogliendo il suo nesso inscindibile e necessario con la determinazione opposta. Organo di tale comprensione è il pensiero razionale, che riesce a chiarire la realtà nel suo interno dinamismo.
 Il terzo momento è quello "speculativo", che, al momento negativo dell'opposizione, sostituisce quello positivo della sintesi. Il movimento dialettico si capisce meglio se si tiene conto che il esso è reso in tedesco da Hegel con la parola Aufhebung, che significa al tempo stesso "superamento" e "conservazione": essa indica quel processo che nega e abolisce le determinazioni astratte e parziali, ma per conservarle ed elevarle. Gli studiosi hanno sottolineato la derivazione teologica della dialettica hegeliana, riconoscendone una possibile origine nella formazione religiosa del filosofo. Hegel secolarizzerebbe tali categorie, applicandole al divenire storico dell'Assoluto che, nella sua visione, assume caratteri del divino, inteso come il principio razionale immanente della realtà. Hegel afferma inoltre che l'essenza del sentimento amoroso consiste nel fatto che unifica gli esseri viventi.

giovedì 3 ottobre 2019

Schelling


Fichte e Schelling sono gli autori dell'idealismo tedesco, quello di Schelling è un idealismo estetico. L'insoddisfazione per le tesi di Fichte, segna il punto di partenza della sua filosofia.
A differenza di Fichte, Schelling è un appassionato ammiratore della natura.
Il pensiero di Shelling si definisce oggettivo per l’importanza attribuita all’oggetto ossia la natura. Il suo pensiero è anche misticistico in qualto l'Assoluto non si può cogliere con la ragione ma solo intuire esteticamente ( attraverso l’arte )  NATURA E SPIRITO NON sono due realtà opposte come avviene per l’io e il non-io fichtiano,ma rappresenta un unico PRINCIPIO ASSOLUTO che si manifesta prima come natura e poi come spirito.
Questo principio è chiamato ASSOLUTO perché non ha bisogno di niente per esistere ed è detto anche INDIFFERENTE in quanto può essere natura e spirito. La natura inconscia non è passiva ma è un insieme si forze che tendono ad attuare dei fini immanenti nella natura stessa,quindi per Schelling la natura è inesauribile. I fini della natura sono immanenti perché altrimenti essa verrebbe a dipendere da qualche cosa trascendente e perderebbe la sua autonomia,attraverso questi fini la natura è teologica. Per attuare la sua attività, la natura ha bisogno di superare degli ostacoli che essa stessa crea. Le sue attività sono POSITIVE E NEGATIVE,PRODUTTIVA E ANTIPRODUTTIVA. Quella antiproduttiva è l’ostacolo che la natura crea e si oppone per esplicare la sua libera attività produttrice.

mercoledì 2 ottobre 2019

Fichte


La caratteristica della personalità di Fichte è costituta dalla forza con cui egli sentì l’esigenza dell’azione morale
Nella seconda fase, all’esigenza dell’azione morale si sostituisce quella della fede religiosa
Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito; Fichte vuole costruire una filosofia dell’infinito.
L’influenza Kantiana si può scorgere solo nel primo periodo della sua attività letteraria.
L’infinità dell’io - Kant aveva riconosciuto nell ‘’io penso’’ il principio supremo di tutta la conoscenza.
Ma l’io penso è un atto di autodeterminazione esistenziale, che suppone già data l’esistenza
Fichte è il filosofo dell infinità dell’io, della sua assoluta attività e spontaneità (libertà)
La deduzione di Fichte è una deduzione ‘’assoluta’’ o metafisica perché deve far derivare dall’Io sia il soggetto sia l’oggetto del conoscere
La deduzione di Fichte mette capo a un principio assoluto che, pone o crea il soggetto e l’oggetto fenomenici in virtù di un’attività creatrice, cioè di un’ intuizione intellettuale.



Tre principi:
1.    L’io pone se stesso: il concetto di io si identifica con quello di attività autocreatrice e Infinita.
L’io è nello stesso tempo attività agente e il prodotto dell’azione stessa (tathandlung);
2.    L’io pone un non-io: l’io non solo pone se stesso ma oppone anche a se stesso qualcosa, che in quanto opposto è non-io (tale non-io, però, è posto comunque dall’io ed è quindi nell’io)
3.    L’io oppone, nell’io, all’io divisibile un non-io divisibile: l’io avendo posto il non-io si trova ad essere limitato ad esso, ovvero ad esistere sotto forma di un io divisibile, avente di fronte a sé altrettanti oggetti divisibili.